giovedì 16 aprile 2020

Le 17 cose che non compro più

Il tempo di quarantena ci ha regalato qualcosa che ci mancava molto: nel caso mio, il tempo, che ho potuto usare più volentieri per approfondire anche la passione per minimalismo, frugalità ...per studiare ...a volte per coniugare le cose, come studiare blog di minimalismo e frugalità in lingua inglese :D Molto utile è stato guardare diversi video di youtubers che si dedicano al tema minimalismo...un'infinitààààà! tra di loro la fantastica Elle Growth, simpatica youtuber che parla di minimalismo, ma anche di crescita personale, journaling...temi che sono cari anche a me.
Tra i tipi di video che più mi sono piaciuti ci sono quelli dedicati a "dieci (o più) cose che non compro più".
Devo dire che...io non compro più davvero un sacco di cose! Mi fermo a 17 cose, che sono il mio numero fortunato. E da molto tempo prima di vedere questi video. Per cui sento di poter parlare con cognizione di causa, avendo l'esperienza dalla mia. Spero che questo mio elenco aiuti che passa di qua e si chiede..."come posso fare senza...?"


  1. non compro più...Detersivi monoscopo. Intendo con ciò "il detersivo lucidalavello", "lo spray per vetri", ecc... il Coronavirus ha riportato in casa mia l'alcol rosa, che uso per spruzzare le scarpe al rientro o i bidoni quando rientrano in casa dopo il ritiro porta a porta dell'immondizia. Ma in realtà uso quasi tutti detersivi autoprodotti che sono molto più semplici ed economici. Il detersivo piatti con un po' di bicarbonato o di percarbonato di sodio sono splendidi per una crema detergente per i sanitari, acqua e aceto sono ottimi per disinfettare lavelli, piastre e taglieri, per lavare i pavimenti, per pulire i vetri e per gli scarichi dei sanitari, la soluzione di acqua e acido citrico al 15% è un utile ammorbidente e brillantante per lavatrice... per pulire spesso basta un panno di microfibra e acqua calda strizzati toglie macchie e polvere. Se non sono superfici da disinfettare bastano questi sistemi più rispettosi dell'ambiente (certo che se le cose sono a contatto con l'esterno, e quindi a rischio contaminazione, ci vuole assolutamente disinfezione pesante con candeggina o alcol).
  2. non compro più...Abiti nuovi. Facciamo una premessa: ho una sorella che pulisce gli armadi ogni primavera, estate, autunno, inverno. Abiti di ottima qualità che quando arrivano da me sono ancora nuovi. Tra questi e i miei vecchi abiti da compratrice compulsiva (shopping ogni sabato! che tempi di perdizione) ho tirato avanti per anni. Ora diverse cose si sono sciupate, ma prima di sostituire ci penso sempre bene se sia il caso...e a quel punto acquisto preferibilmente nei negozi dell'usato.
  3. non compro più...Assorbenti. No non sono ancora in menopausa...ma sono passata ai comodi e morbidi assorbenti lavabili, che sono molto più confortevoli.
  4. non compro più...Cd e DVD. Con Netflix per film e telefilm, e Youtube per la musica, perchè tenere in casa cose da spolverare?
  5. non compro più...riviste e giornali. Spesso consulto i siti delle riviste che mi possono interessare, o 'sfoglio' Pinterest. Meno carta da smaltire, bastano già i volantini pubblicitari.
  6. non compro più...1000 prodotti estetici. Ho la couperose, per questo motivo devo stare molto attenta ai tipi di crema che uso, e utilizzare sempre una protezione solare e acqua micellare per rinfrescare il viso. Proprio per questo NON adopero bagnoschiuma dalle bizzarre profumazioni ma solo semplicissime saponette naturali, uso shampo solido e come balsamo faccio un risciacquo con acqua e aceto di mele. Per togliere il trucco (poco, anche per non inquinare la mia povera pelle già provata) uso olio di girasole che tolgo con panno in microfibra e acqua tiepida. 
  7. non compro più...Cosmetici. Sempre per il problema couperose, acquisto pochissimi trucchi: una bb cream naturale che metto solo saltuariamente, ombretto, matita e mascara, matita labbra che uso per colorare l'intera area labbra (ne ho due, giusto per variare) e burrocacao. Le marche ecobio sono leggermente più costose, ma alla lunga usare profumazioni più naturali ha reso meno reattiva la mia pelle.
  8. non compro più...borse. Questo è il mio tallone d'achille: sono appassionata di borse, sono la mia coperta di linus, e ci ho messo anni per razionalizzare. Ad pggi ne ho 14: 4 pochettine per le grandi occasioni e 10 per la vita di tutti i giorni, che uso tutto l'anno. L'idea è che le possa sostituire ma non comprare nuove. Vediamo se ce la farò.
  9. non compro più...gioielli. Ne ho pochi, i pezzi preziosi sono i pegni d'affetto dei miei cari, e poi qualcosa, ma tutto sommato poco, di bigiotteria molto originale. Da poco sto cimentandomi nel fai da te anche in questo campo.
  10. non compro più...roba da cucina. La Mandolina, il pelamela, la tortiera in silicone, 38 tupperware ikea, il tappo sigillacipolla che fa uscire la muffa. Ci ho messo anni a capire che non li userò mai. Ma non mi fregano più.
  11. non compro più...biancheria casa. Che bello il plaid, uhh, e la tovaglia? e i copricuscini! E via, chili e chili di roba. Impossibile da usare tutta in una vita sola. Anche qui, ho donato molto alla Caritas, e adesso aspetto che si rompa ciò che ho prima di pensare a nuovi acquisti.
  12. non compro più...libri. Che sì, comprerei ancora. Ma anche una casa di 100 mq si riempie se occupata da due adulti, una bimba e due gatti. Per ora tengo solo i libri più amati. E per il resto biblioteca, book crossing ecc...
  13. non compro più...giochi per i gatti. Spendi in topi piumati...e poi seguono la pallina di carta stagnola o il filo di lana.
  14. non compro più...giochi per mia figlia. Mi arrivano tantissimi giochi, libri e abiti di seconda mano. compro solo poche cose di cui ha davvero bisogno, e che sono di buona qualità e che possa usare molto.
  15. non compro più...Cose delle feste. No a bicchieri delle grandi occasioni, piatti di Natale. Basta e avanza ciò che ho, se compro qualcosa è solo per la vita quotidiana.
  16. non compro più...biancheria sexy e reggiseni. Solo biancheria di cotone e reggiseni sportivi. Dopo l'allattamento, che è stata una bella sfida, non sono più riuscita a rubare cose costringenti.
  17. non compro più...aggeggi tecnologici. Ho un pc, uno smartphone e un kindle e a volte me ne sento già sovrastata. Davvero dovrei avere anche un IPad? pietà!
E voi cosa non comprate più?

sabato 11 aprile 2020

l'ufficio Smart working ai tempi del Coronavirus

Ho la fortuna di lavorare, in questi tempi di isolamento, in smart working.
Penso che questa sia un'assoluta benedizione e ne sono davvero grata: accanto a me c'è mio marito, falegname in proprio, che non può portare avanti la propria attività se non per quanto riguarda fatture e progetti commerciali. E non parliamo dei tanti amici che non lavorano proprio, o che dopo aver consumato tutte le ferie si apprestano ad entrare in cassa integrazione.
Sono benedetta anche dalla vicinanza dei miei genitori, che sono anche i miei dirimpettai...riesco a gestire la mia piccola mandandola ogni tanto a casa dei nonni, così da offrire un diversivo a lei (ormai in completo isolamento dai coetanei da mesi), dare uno sprone ai nonni per non perdersi d'animo e a me...un po' di respiro nel lavoro 😊
Ma quali trucchi stanno funzionando meglio per me?
Ve li racconto, sperando di aiutarci tutti a vicenda.
  1. FONDAMENTALE! non cambiare troppo le abitudini della vita normale: alzarmi moderatamente presto, lavarmi, vestirmi e sì, anche truccarmi!, fare colazione con la famiglia e solo dopo cominciare a lavorare. Altrimenti la percezione, nel lavorare in tuta e scarmigliata, è quella di essere a casa in malattia o magari…in ferie particolarmente pigre 😉. In realtà sto lavorando, e c’è una normalità anche in queste strane giornate.
  2. Crearsi un angolo ufficio in casa: comodo e piacevole. Io lavoro nell’angolo della mia cucina davanti alla finestra. Sono relativamente lontana dal piano di lavoro e dai fornelli e ho una bella vista del mio cortiletto: vedo i miei fiori, il sole nelle belle giornate e fino a qualche giorno fa era molto piacevole guardare i fiori del mio susino nano dare ospitalità alle api. Ma la cosa più importante è che a sera questo angolo…torna ad essere, senza altri indizi della sua vita segreta del giorno, il tavolo della mia cucina. Ritiro nella borsa del pc tutto quanto: cavi, auricolari, computer, quaderni…chiudo la zip e ripongo la borsa nel mobile di ingresso, fuori vista. Il motivo è molto semplice. Voglio “staccare” anche coi sensi dal lavoro. Non vedere fisicamente il pc significa non pensare all’email di risposta del mio collega, non pensare al report da compilare…a quella ricerca da fare…
  3. Darsi dei tempi. Non parlo solo di essere regolari nell'orario di lavoro, dalle 8.30 alle 17...quello, secondo me, è semplicemente onestà nei confronti del proprio datore di lavoro. Parlo anche di essere capaci di dire "no" a quella telefonata un po' importuna perchè arriva alle 16,59...piuttosto che alle 12,58.
  4. sapersi organizzare per missioni. Ogni mattina riprendere come prima cosa gli appunti del giorno prima e vedere quali siano i punti da concludere e sulla base di questi organizzare la propria giornata. Comprese le pause: in questo caso oltre a bere il caffè si può stendere il bucato, vedere i compiti dei bimbi, piuttosto che farci una sana chiacchiera con il marito o una telefonata a parenti e amici. A fine giornata fare la spunta di quel che si è riuscite a fare, e riportare i punti in sospeso per il giorno successivo.
  5. Telefonate ai colleghi! fate una pausa caffè 'virtuale', allineatevi sui progetti, condividete i dubbi...questa situazione è un po' alienante, ma bisogna considerare il momento per quello che è, dando anche possibilità a noi stessi di approfondire i rapporti e la condivisione per una migliore riuscita dei nostri progetti.
Spero che questa situazione stia insegnando a molti datori che lo smart working è conveniente anche per loro. Ahimè, ci stiamo pagando da soli la luce, il gas, i pasti (moltissimi datori non corrispondono i buoni pasto durante lo smartworking, e questa è una effettiva perdita di soldi...) Ma di fatto stiamo  guadagnando in termini di gestione del tempo e familiare.
E voi? siete in sartworking? quali trucchi state adottando?