martedì 30 maggio 2017

Il nido dei sogni e l'arte di arrangiarsi


Io lo dico senza vergogna me ne sarei ben fregata di tornare al lavoro. Se non avessi avuto mutuo o spese condominiali, avrei tranquillamente preso una bella aspettativa di tre anni per crescere Pannolina da me, tornando poi con un rilassatissimo part time.
Ma giacché siamo poveracci, restava da sceglier un buon nido. Già, i suoceri sono anzianotti e non più in gran forma; mia mamma soffre di artrosi e ha dovuto mettere delle protesi, e forse dovrà metterne altre, mentre mio papà adora la Pannola…ma occuparsene tutto solo, con la moglie a ‘mezzo servizio’, poteva essere troppo pesante.
E così mi sono messa alla ricerca. L’AaD offre un nido aziendale, ma avrebbe significato rendere Pannolina una bambina pendolare su Tremerd…pagando comunque  390€. Tutto sommato, visto che in inverno prenderebbe raffreddori ogni 6 minuti, con conseguente baby sitter da pagare, non è la mossa migliore…
Vado ad informarmi per il nido comunale. In gioventù ho avuto la pessima idea di sposarmi, con un lavoratore autonomo, e oltretutto mettermi a lavorare anche io: non godrei di nessuno sgravio e niente da fare, pagherei la fascia più alta, 470€ + ticket pasto da 5€ al dì. E senza contare le lunghe liste d’attesa! (Nb le ottime politiche di welfare per famiglie in Italia. Te capì Lorenzin?)
Non restano che i nidi famiglia privati…e chiacchierando con un’amica di Nanny, scopro che ce n’è uno proprio vicino a casa nostra, splendido. “Ma affrettati che sono pochi posti!” Così, quando Pannolina aveva poco più di un mese e mezzo, ho telefonato e siamo andate a fare un sopralluogo.
Mi sembrava di sognare! Un piccolo orto col pollaio, curati entrambi dai bimbi (che annaffiano le piantine da dentro i loro girelli e tirano il becchime alle galline). Due piccole, coloratissime stanze per far giocare i cuccioli. Ogni giorno laboratori: ginnastica, musica, inglese, cucina, lettura animata…quasi quasi chiedo se posso iscrivermi anche io…ma chissà quanto costa!
In realtà 490€, + ticket da 3,5€ al giorno. Ma posso anche scegliere di portare io i pasti…
Ho bisogno di dirvelo che ho subito confermato l’iscrizione?! Meglio un paio di stivali, una borsa in meno ma sapere la piccola in un posto bello e sicuro.
E vederla felice ripaga da tutto! Ogni volta che la porto o la vado a prendere non piange mai…durante il giorno la maestra mi manda su Whatsapp foto di Pannola che gioca, mangia, fa la nanna coi suoi amichetti. La vedo felice con gli altri bimbi…e ha imparato già tante cose. Ora esulta con le braccine alzate se è contenta, dice un sacco di paroline, segue gli animali anche sconosciuti con gli occhi (i nostri gatti li molesta da tempo).
Insomma sono tranquilla e serena vedendola contenta.
purtroppo…un rovescio della medaglia c’è. Ossia i soldi che escono…
In attesa che siano stanziati i bonus nido, e nella speranza di ottenerlo, non resta che ingegnarsi, imparare a far da sé e ammortizzare le spese.

Viene in soccorso la fantasia, che aiuta anche quando c’è qualche imprevisto.
Di recente s’è rotta l’abat jour di Mr T. Una bellissima boule di vetro di Ikea, che faceva bella mostra di sé nella nostra casa da sposini. Manco a dirlo, la mia è andata rotta tempo fa…e ora pure questa ci ha lasciato.
Comprarne un’altra di vetro è da escludersi: tra Pannolina e gatti avrebbe vita breve, e possono pure farsi male se si rompe (menomale anzi che quando si è rotta non ha ferito nessuno col vetro).
Qui ci vuole uno stiloso fai da te.
Prendo un barattolo vuoto di orzoro, tolgo il fondo di cartoncino e ricopro il cilindro con carta da pacchi. La carta da pacchi, con un po’ di spirito artistico, la decoro con Tour Eiffel stilizzate fatte da me e coi timbrini comprati da Tiger (ci ho scritto sopra “ville lumiere”). La ricopro di poca vernice trasparente che ‘plastifica’ il risultato ed evita che la carta assorba tutta la polvere della terra, rendendo più difficile la pulizia.
Metto il tappo in plastica sul fondo, dopo averlo forato al centro abbastanza da far passare il cavo della vecchia lampada (che sono riuscita a salvare) in modo che non si muova.
Riavvito la lampadina.
Ora, con un ago da lana, non resta che bucherellare la sagoma della Tour Eiffel e il cielo attorno…Accendendo la lampadina ci si ritrova un piccolo lungo Senna sul comodino, a costo zero.
Che ne dite? Vi piace?


lunedì 15 maggio 2017

Lavori che succedono

Cos’è successo in questo periodo?
Innanzitutto, è accaduto l’inevitabile: sono tornata al lavoro.
Vi confesso che ho giocato al lotto (senza troppa convinzione, ma la speranza è l’ultima a morire) : diciamolo pure che, fossi riuscita a finire di pagare il mutuo, avrei valutato seriamente di non tornare più in questa valle di lacrime, o quantomeno: mi sarei presa un’aspettativa di due anni per godermi Pannolina in privato.
Purtroppo, come si desume dal tono tragico del post, non ha funzionato e sono ancora qua, per fortuna con orario di allattamento per ora. Sto seriamente valutando se non sia possibile fare il part time almeno per un paio d’anni, vedremo.
Intanto faccio subito una riflessione, e cioè che – come al solito – sono stata accompagnata da previsioni catastrofiche sul rientro al lavoro:
“ tua figlia patirà le pene dell’inferno al nido…”
“tu avrai sensi di colpa e depressione…”
“ti stresserai per il treno, patirai e ti finirà il latte”
“non riuscirai a staccare dai problemi dell’ufficio…”
“non riuscirai più ad avere la casa in ordine…”
…aggiungete anche cose di vostra fantasia, l’importante è che siano catastrofiche: ho sentito dire cose che hanno superato l’immaginazione.
Come ovvio, non era vero un catso.
Questo ormai è un leitmotiv della maternità, anzi mi sento di scriverlo per aiutare tutte le future mamme che passano di qui…non date retta a un cavolo di quello che vi dicono! Non è detto che poi piangerà sempre, non è sicuro che vi terrà sveglie la notte, non si può ancora sapere se vi farà dannare per coliche o denti (Pannolina ne ha buttati fuori 4 di dentini, tutti insieme, questo weekend …e no, non ci sono stati morti e feriti).  Non è certo che il ritorno al lavoro sarà tragico.
Ma una cosa, questo sì, è il caso di dirla. Quando arriverà il pargolo, fatevi un regalo: mettetevi da parte. Non c’è bisogno di mantenere il rito dell’aperitivo (se le amiche vi vogliono bene verranno a sbevazzare a casa vostra e a spupazzarsi il cucciolo) , non c’è bisogno di andare dal parrucchiere o in palestra due volte a settimana. C’è bisogno che viviate questo momento in pieno.
Mi sembra che sia volato letteralmente il tempo dedicato all’allattamento esclusivo, quelle ore passate cuore a cuore io e Pannolina, coi suoi occhi adoranti e felici mentre poppano, io ad accarezzarle la pelle morbida o a leggere…
Il punto è che ogni fase vola…e credo che la sofferenza e lo stress derivino dal voler stare per forza dentro abitudini vecchie, che non fanno più per voi. Come voler calzare a tutti i costi una scarpa numero 38, e voi portate il 40…lo fareste? Solo perché del 38 avete ancora tante scarpe?
Il punto è che accettando il vostro ’40 di piede’ neo acquisito, scoprirete che avete un sacco di nuove splendide scarpe, comode per voi.
Il ritorno al lavoro non è stato traumatico forse perché ho affrontato la questione senza voler per forza fronteggiare tutto come nella mia vecchia vita. Non esiste più, né quell’approccio lavorativo, né quella me stessa, né quelle abitudini. Ora esiste la mamma di Pannolina, che lavora, ma che soprattutto si preoccupa che Pannolina sia felice. E il lavoro serve, sopra ogni cosa, perché ci serve per le cose importanti per la nostra famiglia: pagare la casa e le bollette, del buon cibo, abiti per coprirci, e per poter fare qualche viaggetto tutti insieme, come piace a noi.
Non so se verrà il giorno in cui vedrò le cose in maniera differente: quello che so è che per ora va così, e non ho intenzione di stringermi per star dentro una vita che non mi appartiene più.
Ne ho una molto più grande, ora.