mercoledì 9 gennaio 2019

Gennaio, tempo di …propositi felici!


Si dice che gennaio sia il momento dei buoni propositi. Gli anni mi hanno insegnato che – volenti o nolenti – ci sono prove e momenti difficili dietro l’angolo, così il buon proposito dell’anno per me è uno solo: essere felice.


Dici niente, esclamerai tu lettore.

Eh no, chiaro che è difficile. Per questo ho deciso di condividere qui le cose che – sperimenta e sperimenta – ho capito che funzionano per me…e che mi aiutano a sentirmi meglio.   

  1. Smettere di aspettare di essere qualcos’altro. Tipo: una taglia 38, una mamma -bis, una donna in carriera con uno stipendio degno, una proprietaria di villetta indipendente… per un semplice motivo: tutto ciò potrebbe non accadere mai. C… che dramma. Certo, suona macabro e portasfiga, ma qualcuno deve dirlo: potrei morire anche stasera, stanotte, domani. Nessuno sa quanto tempo gli rimane…Magari altri 80 anni. Ma se così non fosse? Siamo tutti malati terminali, in fondo. Chi lo è davvero, è forse più conscio di una realtà fondamentale: non è importante essere belli, nemmeno magri, nemmeno ricchi, nemmeno trendy. È importante stare bene nell’anima e nel corpo, fare ciò che ci entusiasma e ci diverte e ci fa sentire che stiamo dando uno scopo alla nostra giornata, stare con le persone a cui vogliamo bene e che già sono al nostro fianco, prenderci cura di loro.
    Tutto il resto è noia (no non ho detto gioia ma noia noia noiaaa)   
     

2. Smettere di adeguarmi al modello di qualcun altro. Vedi sopra. Banali esempi tratti dalla mia vita personale: ho una taglia 46. Qualche volta 44, più spesso 46. Potrei essere più magra? Claro que sì. Cosa mi costerebbe tutto questo? Boh.

Ma la domanda è: dovrei odiarmi/rimproverarmi/biasimarmi/inginocchiarmi sui ceci perché non entro (più) in una 42? Dovrei guardare con occhio critico a me stessa solo perché il mio sedere è molto più grosso di 10 anni fa? La verità è che nemmeno 10 anni fa quel sedere piccino piccio' (beh, rispetto a ora…😊) mi soddisfaceva, anche perché c'è sempre un sedere più piccolo del tuo. La verità è che questo corpo ha conosciuto il dolore fisico di due raschiamenti dell'utero, di un parto, la fatica fisica di 20 mesi di allattamento e di alzarsi alle 6 del mattino per tenere pulita casa, lo stress dei mal di testa frequenti (per la frustrazione lavorativa) e il mal di reni per aver messo a dura prova il mio corpo. E quindi no: non ho nessuna intenzione di guardare male quel sedere cicciotto.  Ho più voglia di prendermi per mano, farmi i complimenti per come combatto le mie battaglie e prendermi cura di me, perché me lo merito. Chi stabilisce che vali tanto quanto la larghezza del tuo Qlo non ha la verità in tasca: più probabilmente è uno che non sa nemmeno quali sono le priorità della vita, e di sicuro è qualcuno che non usa gentilezza nel giudicare gli altri.  E seriamente: serve a qualcosa uno così, nella vita?

3. Smetterla con i “si deve”. È stato uno dei Natali più leggeri di sempre perché ho eliminato tutti gli impegni non desiderati. Avete presente quelle persone che non vedete mai, ma a inizio dicembre se ne escono con “dobbiamo assolutamente vederci prima di Natale!”…perché? vuoi rifilarmi un regalo – paccottiglia che intaserà la mia casa ( e di cui non sento il minimo bisogno)? Senti il bisogno di mettere a posto la coscienza e mettere la tacchetta sull’agenda che dica “anche quest’anno l’abbiamo fatta fuori”? …se per tutto l’anno non senti il bisogno di avermi nella tua vita, a Natale vuoi vedermi perché “siamo tutti più buoni”?...io non voglio che tu mi veda perché ti vuoi sentire buono ( …ti faccio pena?)…io voglio vedere gente che mi consideri un valore aggiunto nella sua vita. E questo vale 52 settimane all’anno, non solo quella prima di Natale. Smettere di adempiere questi ‘finti doveri’ vi esime da: correre dalla zia che non vedete mai / mandare auguri  a catena (perché non sapete quale augurio sincero esprimere a chi non vedete mai) / evitare di comprare candele alla vaniglia in serie (che ‘magari non è il suo profumo ma la candela fa sempre Natale’)/ amareggiarvi constatando che il figlio dell’amica che non vedete mai ha sì 6 anni, ma la maglietta che gli avete comprato gli va bene sì e no su un polso (e d’altra parte non vedendolo mai come potevate sapere che sta crescendo con la taglia di un giocatore di rugby 28enne?) / evitare di passare un’intera serata a scambiarvi sorrisi di circostanza con colleghi con cui non andate nemmeno troppo d’accordo… e potrei continuare. Vi ritroverete il tempo in più per fare regali di Natale mirati e pensati, per passare più tempo con le persone a cui tenete, per cucinare i biscotti con i vostri bimbi / nipoti, per le maratone di film di Natale, per le passeggiate…

Applicate questo approccio per tutto l’anno. Dodici mesi. 52 settimane. 365 giorni senza ‘finti doveri’. Calcolate l’infinito tempo in più che vi ritroverete senza magoni, noie, tempo sprecato a soffocare sbadigli e malumori. Quantificate le occasioni di gioia, di amicizia, di riposo e tranquillità che potrete ritrovarvi al contrario. Ci saranno dei malumori?  Gente che non capirà? Critiche? Il punto è che per voi le persone ‘dei finti obblighi’ già non contano nulla. Ammettetelo almeno con voi stessi. È davvero fondamentale non contrariare la collega a cui dite no per l’aperitivo di ufficio? È davvero necessario andare a visitare quel parente che per tutta la vostra infanzia si è fatto i fatti suoi, solo perché è Pasqua? La gente importante, quella che per voi c’è stata e continua ad esserci, voi sapete qual è. La vita è breve, il tempo è poco. Non perdetelo, regalatelo a chi lo merita.

Beh, finora abbiamo detto cosa bisogna “smettere di”…fare.

Nella prossima puntata invece (dal 21 gennaio in poi) vi racconterò i miei personali metodi per “essere più felice”.

A presto! 😊

martedì 17 aprile 2018

dure lezioni di shopping (e risparmio)

1. i SOLDI MEGLIO INVESTITI SONO QUELLI CHE NON SPENDI IN ABITI CHE NON METTI. in passato compravo un sacco di abiti "che...boh, magari poi trovo l'occasione". o scarpe col tacco,  proprio io che mi trovo bene all'altezza dei Puffi.  che senso ha?! meglio rimanere con il rimpianto di un abito in meno che con spazio occupato in più, meno soldi in portafoglio e quella sensazione di rimpianto che si prova ogni volta che si apre l'armadio e si pensa "ma quando ho acquistato questo,  esattamente,  che  problema avevo?!"
2. NON TUTTO È PERDUTO!  la frittata è fatta, avete comprato una ciofeca. ma potete: a. riportarla in negozio dicendo che l'amica per cui l'avete comprata ha cambiato taglia. si può mica cambiare?  oppure b. portarla al mercatino dell'usato.  se va bene guadagnerete 70 centesimi,  ma almeno non c'è più il problema spazio e rimpianto.  infine c'è la soluzione c.: scambiare con qualche amica o regalare.  la generosità paga sempre, prima o poi qualcosa torna.
3. USATO È BELLO. al suddetto mercatino dell' usato potreste trovare qualcosa a basso costo e carino. ma anche la sorella che ha cambiato taglia,  l'amica incinta, la cugina che ha cambiato gusti sono fonti di vestiti rinnovabili.  non abbiate remore, nell'accettare abiti di seconda mano. certo se sono palesemente larghi o non di vostro gusto...ma se sapete che in caso contrario prenderanno la via del bidone accettate, e alla peggio portate al mercatino dell 'usato.  almeno l'ambiente vi ringrazierà di non aver messo in circolo altra monnezza.
4. OGNI 4 CAPI BASIC, CI VUOLE UN CAPO FRIVOLO. avete la maglietta bianca, il jeans blu, il maglione beige e il vestito nero. È tempo di cintura rossa! costa poco ma ravviva un abbigliamento monastico.

mercoledì 7 marzo 2018

cazzatario di febbraio

Cose che ho visto…
The minimalists
Documentario su Netflix che fa da manifesto al minimalismo, allo scegliere consapevolmente di avere meno per vivere in modo più pieno. Bellissimo, girato magistralmente. Conforta in una scelta che sto lentamente abbracciando (sì, per poracciaggine, specie all’inizio… ma anche per riflessione, dettata soprattutto al benessere sperimentato nell’esperienza di avere meno), e che continua a sembrare in salita nel confrontarmi con altri…pur quando mi riempie di gioia al pensiero di quante cose l’acquistare meno, il perseguire meno il possesso, mi sta regalando.

Cose che ho dato giù di testa per …
Stranger Things
Un bagno di anni ’80: un mix di Goonies, Stand by me, Phenomena, Bella in Rosa. Di motivi e citazioni razionali per amare Stranger Things ce ne sono a bizzeffe, ma diciamocelo: Stranger Things mi piace perché mi piace! Anche quando mi fa immaginare demogorgoni ovunque.



Cose che ho fatto…
Corso fidanzati e costumi di carnevale
Come ogni anno da quando mi sono sposata  ho aiutato la mia parrocchia nell’organizzazione del corso prematrimoniale. Sì, diciamocelo, non è che abbia molto da dire! Però preparo dispense e gadget carini, tipo questa molletta ricordo per i fidanzati.
Inoltre il mio Mr T si è dato alla partecipazione di carri di Carnevale di Stars Hollow, tema ‘pirati’. La family ha deciso di fare un travestimento di famiglia, e mentre Mr T faceva la versione ‘figotrendy’ di  Capitan Uncino, io e Pannola ci siamo vestite da Trilly e Peter Pan. Chiaramente i costumi li ho fatti io! Viva il feltro…

Cose che ho letto…
Omero gatto nero

Dolcissimo libro prestato dalla maestra del nido dei sogni di Pannola (che è una gattara! Che è una librofila!...sì, è valsa la pena impoverirsi per iscrivere Pannola da loro)
Omero è un trovatello, dalla vita tutta in salita, specie quando un’infezione lo priva della vista. Viene adottato da Gwen, proprietaria di due micie e single dal lavoro precario, che arriva a stravolgere la propria vita pur di avere accanto Omero…compreso un trasloco a New York proprio nei giorni dell 11 settembre 2001. Mi ha profondamente colpito il racconto della protagonista, così come delle sue peripezie per riuscire a recuperare i mici…ho pianto senza ritegno sul treno. Insomma “mi sono divertita, ho pianto tanto”.

Cose che famigliano…
Crema al muschio


Trovare il regalo di Mr T per San Valentino sul tavolo della cucina, accanto alla tazza del caffè. Uso molto volentieri questa profumosa e ricca cremona, che mi ricorda il bene del maritino.

giovedì 30 novembre 2017

gente che fa il Black Friday, gente che fa la corona dell'Avvento decrescente


Avete mai visto la corona dell’Avvento?
È una bellissima tradizione, diffusa nei paesi nordici, che vuole abituare soprattutto i ragazzi / bambini all’attesa del Natale, festa della Luce, con la luce delle candele. Si usano 4 candele, una per domenica di avvento, più una che rappresenta il Natale.
Ogni candela ha un significato e corrisponde a una domenica di avvento, la prima è detta del profeta; la seconda di Betlemme; la terza dei pastori; la quarta degli angeli. Altri dicono che le candele rappresentano Speranza, Pace, Gioia e Amore. Si accende ogni domenica una nuova candela perché la luce vinca sulle tenebre: usare rami sempreverdi intrecciati a racchiudere le candele serve a indicare l’unità e la vittoria sulla morte.
Beh, da noi si usano anche i calendari di avvento pieni di dolci cioccolatini, però Pannolina è un po’ piccola per abbuffarsi di cioccolato: in compenso è sempre strafelice ogni volta che vede accendere una candelina di compleanno, per cui …accontentiamola!
Ho creato la nostra corona dell'Avvento a partire da materiali riciclati o trovati a costo zero o quasi, ossia:
- una base di tronco di legno (mio suocero ha potato il ciliegio...)
- un lungo pezzo di nastro avanzato da due o tre Natali fa
- fil di ferro ricoperto di rosso (recuperato dal pane in cassetta)
- un pezzo di ramo di pino (tra quelli che fanno ombra alla mia macchina Chupacabra al parcheggio della stazione)
- 4 candeline tea light al profumo vaniglia, recuperate al Millaliraro vicino al lavoro (leggi: quei negozi 'tutto 1 euro'): costo 1.20€
- tre decorazioni chiudi pacco, a forma di bacca sempre prese al Millaliraro: costo 1.80€
- pignette recuperate all'inizio dell'autunno al parco, raccolte da Pannolina
- colla a caldo.
Coi rami di pino ho assemblato una corona, che ho unito coi pezzetti di fil di ferro. L'ho legata alla base di legno col nastro bianco, facendo dei fiocchetti. Per mascherare il fil di ferro ho infilato dentro le finte bacche.
Sulla base ho poi incollato con la colla a caldo le 4 candele e le piccole pigne.
E voilà!
L'abbiamo realizzata in casa nel week end del black friday. Visto che Pannolina aveva febbre e mal di gola ci siamo tappati nella nostra Catapecchia, e abbiamo passato il tempo tra coccole e creatività.
Vederle spalancare gli occhioni (finalmente non più lucidi di febbre) la sera di domenica, quando ho acceso la prima candela della nostra corona...Non ha prezzo. E mi ha dato più di qualsiasi (pur fruttuosa) maratona da centro commerciale.
Chiaramente mi ha fatto riflettere parecchio su quanto spesso corriamo su e giù affannandoci per il Natale...quando Natale è qualcosa di realmente diverso da una festività commerciale.

mercoledì 22 novembre 2017

Natale: non aprite quel pacchetto


Comincia il Natale e la corsa ai regali.
E qui sento la necessità di raccontarvi come la vivo io, poveretta, declutteratrice, minimalista, decrescente…insomma, vi racconto il mio punto di vista sull’intera vicenda Natale e Consumismo.

Mi sono accorta che poche cose mi lasciano svuotata come accorgermi, la mattina di Natale, di quante cartacce e roba inutile siano entrate a casa mia a riempire e ingombrare. Vogliamo parlare dei litri di bagnoschiuma irrinunciabili allo zucchero filato, della consistenza del detersivo piatti? Ma quelli almeno si possono riutilizzare come sapone mani o shampo per auto! Il peggio invece è il ciarpame da cucina. Ho ricevuto un numero abnorme di tazze natalizie. Ecco, secondo me non esiste in assoluto una cosa più triste della tazza natalizia. Tipo che è febbraio e bevi il thè nella tazza con la renna. PERCHE’ deve esistere una cosa del genere? Mi replicherete: “puoi usarla solo a Natale”. Ha senso possedere una cosa usata SOLO a Natale, e che non è una decorazione tipo albero o presepe? Seriamente, no, io non ci trovo senso. Il numero inusitato di infusori per il thé? Ora, secondo voi io ho cinque minuti per farmi un thè. Cos’è più plausibile, che prenda una bustina di thè equosolidale Coop e la lasci in infusione o che prenda quell’ottimo thè a fogliette aromatizzato curcuma zenzero karkadè cicoria (giuro che almeno una volta nella vita ho trovato ciascuno di questi ingredienti nel thè), lo
infili nell’infusore, lo metta a bagno, lo tolga e mi metta a combattere col sacchetto dell’umido per infilarci tutte le fogliette appiccicose, lavi l’infusore e finalmente beva il thè (che già era di dubbio gusto prima, ora che è tiepido fa proprio senso)?
Ecco, brave.
Quindi cosa dovrei farmene di tutti ‘sti infusori, tazze natalizie, thè a fogliette (questi li riutilizzo per deodorare la lettiera al gatto…è sicuro che a casa mia scadono) o peggio ancora delle sciarpe blu, che mi sta da cani, dei borsalino viola, che quando mai?, delle papere di gesso…
Ho ricevuto tutto. Vi giuro, di tutto di più.
A un punto tale che posso redigere un regolamento di cosa NON regalare.
 I suddetti materiali da thè. Il soggetto del regalo è un monaco zen? E allora state toppando quasi sicuramente.



(tazze di Bergamo. Se ne può fare a meno? Se ne può.)


Abiti: molta, mooolta attenzione. O sapete per certo cosa porta di preferenza una persona, o se secondo voi le starebbe tanto bene un maglione viola, la degna prosecuzione della frase sappiate che non è “…e quindi glielo regalo”, ma “…e quindi mi tengo la mia opinione”. Punto. Non affollate l’armadio altrui di qualcosa che in fondo non sapete nemmeno se mettereste voi. Non c’è niente di più brutto di aprire un armadio e sentirsi in colpa perché “zia mi ha regalato il maglione, almeno una volta dovrei metterlo…” mentre ogni poro della Ferragni in ognuno di noi grida no.
 Attrezzi da cucina che NON sapete se hanno bisogno. Se vostro cognato va a vivere da solo è molto probabile che non sia provvisto di una caffettiera da 3 per quando lo andrete a trovare. In caso contrario, sappiate che quelle tazzine a pois che per voi sono un amore, magari un altro le preferirebbe con la fantasia a galline…
Libri o film: ci sta se sapete che la persona in questione è un lettore o cinefilo. Ma assolutamente assicurarsi di imbroccare, almeno in minima parte, il gusto della persona: niente di più brutto che scartare un harmony perché “tanto tu leggi”. Allora, a questa stregua, tanto vale regalarmi le etichette del bagnoschiuma. Tanto io leggo…
I soprammobili: ecco, questo no. Proprio no, continuamente NO. La casa è il posto dove ciascuno di noi si merita di essere circondato da cose scelte e amate, direbbe l’amica Marie Kondo. Mi spiace ma pretendere di piazzare nella casa altrui un qualsivoglia ammenicolo, sia pure con la scusa “ma non eri tu a far la collezione di elefanti coi pantaloni alla zuava? Eccotene uno in gesso”, mi pare un’intrusione dello spazio altrui. 
I regali dei bimbi. E qui diventerò impopolare. Certo, Natale è la festa dei bambini e spero che ogni bambino abbia la possibilità di avere almeno un regalo per Natale. Però credetemi, e lo dico da mamma: l’ennesima cinesata che intasa i 50 mq dove magari si vive in tre, che fa battere il cuore della mamma al pensiero delle vernici tossiche, che scassa i timpani al padre con le musichine a diecimila decibel è francamente evitabile. TANTO evitabile. Fate un regalo a voi, ai genitori, al bambino (che non ha bisogno di trovarsi la camera intasata di giochi), alle discariche: se ci tenete a fare un pensiero al bimbo rivalutate i colori, l’album da disegno, i libri, magari una maglietta o un pantalone (che mia figlia ad esempio si sporca come un tagliaboschi ogni volta che va al nido e un cambio in più fa comodo). O magari un ingresso al parco divertimenti, un biglietto per il cinema se è più grande.  A volte “una telefonata salva la vita”, chiamate la mamma e chiedete: “se compro a Pannolina un cavallo di legno a grandezza del cavallo di Ilio faccio bene?”…perché è probabile che la risposta sia no!!!
E vige la regola...non regalare agli altri quel che non vuoi sia rifilato a te.
COSA NON VORRESTE MAI TROVARE SOTTO L'ALBERO?

giovedì 16 novembre 2017

Quell’autunno poverello che riscalda i cuori


Stiamo ormai scivolando verso il Natale, e così potremo considerare archiviato l’autunno…almeno ‘psicologicamente’.
L’autunno è stata a lungo la mia stagione preferita, per i nuovi inizi che porta con sé: l’anno scolastico nuovo di zecca, i quaderni profumati di nuovo, qualche felpa che s’aggiungeva all’armadio (rigorosamente di seconda mano da qualche cugina, buttava così anche al liceo ), le foglie che crocchiano sotto i piedi, saltare nelle pozzanghere con gli stivali di gomma, la pioggia che lava via la polvere d’estate…
 
Tant’è che prima a Natale mi sentivo un po’ malinconica e la mia festa preferita restava Ognissanti -_- (bambina allegra, eh?)
Crescendo ho imparato ad amare anche tutte le altre stagioni, giusto l’inverno mi sta un po’ sul Qlo – dal 7 gennaio in avanti – ma questa è un’altra storia.
Resta però vero il fatto che adoro l’autunno, col suo carico incredibile di cose belle, poverelle ma belle, e quelle emozioni pacioccose che sa evocare (oggi come oggi fa moda tradurre emozioni pacioccose con ‘emozioni hygge’, ma questo blog è per la difesa dell’italiano, usa poco l’inglese…e figuratevi perciò il danese).
E adesso vi faccio una bella carrellata di pacioccosità a costo zero…o bassino come un nano da giardino, che mi fanno amare l’autunno.
1. La zucca. Mamma che buona la zucca, costa pochissimo e dà un profumo e un sapore ai piatti che fatti in là. Basta un pezzetto, e la classica minestrina fatta col dado diventa una festa di sapori. Da quando mi sono sposata, e il cucinare è diventato il mio quotidiano, ogni anno approfitto per una nuova ricetta: dagli gnocchi di zucca, alla pasta con pancetta e zucca, al risotto…quest’anno è toccato al farro con crema di zucca, curcuma e ceci: fate rosolare curcuma, zucca a tocchetti e rosmarino il olio d’oliva, aggiungere ceci e acqua, far bollire e passare al mix. Condire con questa crema il farro bollito. È buonissima!
Sempre per i graditi ritorni d’autunno: i cachi, belli spappolosi, magari da gustare con pezzetti di cioccolato fondente. I crauti viola, in insalata o bolliti
magari con un goccino d’aceto di mele …che buoniii! …le clementine, che sono la droga di Pannolina (se vede un mandarino in mano a mamma o papà, molla qualsiasi cosa e viene a condividere – leggi: ti ruba tutto il frutto). E poi la tradizione d’autunno…camminare con il cartoccio di caldarroste sotto i portici di Saronno. Ed è subito cibo paciocco. E poi da noi c’è la polenta! Magari col sughetto di funghi o i pezzetti di formaggio…e la cassoeula, un piatto
a base di verza e maiale che fa rabbrividire (i non autoctoni di disgusto, noi lombardi di piacere!)
2. I primi freddi. Ditemi quel che volete, ma tirare fuori la copertina pesante, accoccolarsi sul divano per una serie tv, tenersi vicino gatti, marito e figlia per un pieno di abbracci non ha prezzo, e non si può fare ad agosto: fa caldo! (sarà mica un caso che concepito la figlia ad novembre…) Ed è bello pure tirare fuori la giacchetta, i collant e la sciarpona e smettere di preoccuparsi per la ciccetta sulle braccia!

3. I vinelli. Chè “a San Martino, ogni mosto si fa vino”, e quindi si approfitta per trovarsi a casa propria o di amici a condividere un assaggio da una buona bottiglia, far 4 chiacchiere, e se c’è la stufa accesa…si scaldano le castagne o gli amaretti, così sono più croccanti. Oltre a sentire quel fantastico profumo di legno bruciato…
4. Cambiare il guardaroba capsula! Questo ormai succede un po’ ogni 3 mesi nella mia vita, ma trovo particolarmente bello quello autunnale perché in primo luogo, il mio colorito risalta particolarmente coi colori tipicamente autunnali come marrone, verde, ocra, arancio. E poi ricevo sempre il frutto del cambio armadi di sorelle e cugine ‘sprecone’, facendo così shopping gratuito.
5. Passeggiare con la mia bimba e mio marito sulle foglie croccanti, fra gli alberi gialli. Che meraviglia!
E voi, cosa amate dell'autunno?
...lanciate le vostre autunn-idee a costo zero!

lunedì 13 novembre 2017

Il costumino della recita di Natale

Questa è la storia di un orrido maglione da falegname, e di come realizzò il sogno di una bimba.
Pannolina è una bambina davvero solare, sempre sorridente e paciosa, con una spiccata indole agricola… (tutti i giorni si incarica di spargere il becchime alle due gallinelle del nido dei sogni). Anche per questo le maestre hanno stabilito di darle la parte della contadinella nella recita di Natale. Però hanno bocciato il vestitino a fiori che le avevo dato come costume della recita di Natale: “è da contadina ricca! Non hai qualcosa di marrone, da bracciante poverella?”
ORA: va bene accettare anche vestitini di seconda mano da amici e parenti, ma francamente quando mi danno una busta con abiti per Pannola, faccio una rigorosa cernita, quindi NO, non ho abiti da poveraccia per mia figlia!
Però…
Però ho un orribile maglione di MR T, una roba veramente brutta brutta che utilizzava in laboratorio perché “tiene caldo”. Quando si è bucato, ha avuto la faccia tosta di chiedermi di rammendarlo. La mia risposta è stata un bel pile della Decathlon, che va bene tutto ma devo continuare a guardarti senza aver male agli occhi.
Mr T però ha la psicosi antidecluttering, fosse per lui dovremmo tenere sempre tutto. Con buona pace di Marie Kondo, ho trasceso la regola di non buttare la roba altrui e quando non mi vede…butto eccome! Oppure, per venirgli incontro, cerco di riutilizzare. Ecco, il suddetto maglione era riutilizzato come imbottitura del pouff in salotto. Lo recupero dall'interno del suddetto pouff (pazienza, è rimasto un po' più sgonfio...)
Mando una foto dell’horror sweater alle maestre per avere l’ok sulla fantasia: è questa l’idea di povertà che vogliamo dare?
Sì!
Ecco quindi cos’ho fatto…
Dal margine basso del maglione (cogliendo quindi il bordo lavorato a costa per evitare di smagliare eccessivamente il tutto) ho tagliato un rettangolo lungo circa 60 cm e largo 18. L’ho tagliato dal bordo laterale, fronte retro, così è bastato fare una cucitura sul bordo rendendola un ‘tubo’. In alto, per far passare le braccine, ho lasciato due tagli laterali di circa 8 cm. Sopra ho orlato, davanti e dietro, facendo passare un pezzo di fettuccia rossa di 15 cm di lunghezza. E voilà, ecco lo scamiciatino: si fa passare dai piedi della piccola, e si annodano le due fettucce con un fiocchetto per farne delle spalline. Un paio di collant di lana rossa, e un lupetto rosso, completano la mise da contadinella povera.
Non ho foto del risultato finale, ma lo schema seguito, adattandolo lievemente, è quello dell’abito ricavato dalla federa di cuscino.

Le maestre sono rimaste così entusiaste che per un attimo ho temuto di dover fare la costumista ufficiale! l'unico problema è che Puzzolo si è impadronito dei rimasugli di maglione, che è diventato la sua nuova coperta della nanna - si vede che tiene caldo davvero. Ora chi glielo spiega che va buttato via? (no, davvero...è troppo brutto!)

lunedì 6 novembre 2017

Le peripezie della mamma alla mUoda


Sei mamma? Hai uno stile di vita che ti richiede più di un’occasione d’uso?

Ecco, a un certo punto scoprirai che quell’armadio minimal, quell’armadio capsula di 33 pezzi per 3 mesi che ti sei studiata con attenzioneha un difetto: è soggetto ad usura!

 

Ragazze, una moria. Scarpe rotte e logorate dall’inizio 2017: 6. Sono rimasti solo quei tacchi pressochè inutili, e le scarpe comprate solo per quella determinata camicia e basta!

Pantaloni eliminati: 3. Uno passato a miglior vita perché due taglie troppo grande (l’allattamento prolungato fa miracoli, e anche un po’ SCARNIFICA), uno per macchie indelebili, uno (il mio amatissimo jeans regular) strappato.
Borsa nera: la cerniera non chiude più, la fodera strappata e rammendata in più punti...

Spazzola: ad ogni colpo di spazzola, partono via tre dentini.

Giubbetto mezza stagione: ha le cuciture così lise che si intravede l’imbottitura sotto.

 

…anche rendendomi conto che in passato avevo troppa, troppa roba, e non volendo più ricadere in certi estremi,  per qualcosa si rende necessaria la sostituzione. Almeno mi servono due paia di scarpe basse per affrontare l’inverno e un jeans.

Mi metto alla ricerca e, senza scherzi, ho dovuto girare 6 posti per trovare le scarpe e 3 posti per trovare i jeans.

O scarpe tamarrissime e piene di borchie…o tacchi impossibili…o forme inabbinabili…ma dico, un normalissimo paio di ballerine con 2 cm di tacco? Un polacchino nero con le stringhette? È così terribile?...Sono demodè? Ma chi se ne frega! Non posso girare con le scarpe nel sacchetto per cambiare scarpe quando vado a prendere mia figlia al parco dopo l’ufficio…e non posso fare 3 km al giorno coi tacchi.


Per non parlare dei jeans: è stato impossibile trovare un paio di jeans NON skinny. E diciamocelo: se non sei Philippa Lagerbach, gli skinny ti fanno sembrare un cotechino! Ma poi: il modello? Una cosa liscia, ossia: senza strappi, senza borchie, senza brillantini a formare fantasie floreali gipsy, ad una lunghezza che copra l’osso della caviglia….non è stato possibile trovarla. Alla fine ho dovuto accontentarmi di un paio con poche ‘graffiature’, skinny, che arrivano almeno alla caviglia. Abbinerò i polacchini che tanto ho faticato a trovare, e amen.


Il giubbino non ho avuto cuore di rottamarlo. Fino a fine novembre lo tengo con me,… poi si vedrà. Spero che – avendo sistemato il ripostiglio dei cappotti – la prenda per una SPA, si senta rigenerato ed esca a primavera più bello di quando lo riporrò.

 

…sei uno stilista? Cerchi un’idea marketing? CHIAMAMI. Ho l’idea business per te: il guardaroba della trentottenne normale.

Quella che non ha più 35 anni (e magari si sente passatella lo skinny jeans sberluscente e la minigonna microscopica, ma troppo giovane per il kilt al ginocchio di Jessica Fletcher). Quella che corre da mane a sera: dietro ai figli, dietro ai gatti, dietro al bus o al treno, dietro a quella serranda della Coop che si sta abbassando…Quella che nonostante tutto vorrebbe evitare di sembrare una profuga scappata da stazione Centrale e di far scappare il marito, e vorrebbe mantenere un aspetto carino.

A NOI NON PENSA NESSUNO, NON SIAMO IL TARGET DI NESSUNO! PENSATECI!!!

sabato 21 ottobre 2017

Le pezze are back

Innanzitutto un applauso alla ministra Lorenzin.
No, perché obiettivamente è difficile,  difficilissimo far arrabbiare almeno 3 milioni di italiani ogni volta che si apre bocca: ma lei ce la fa ogni volta.
Striscia la notizia ha intervistato la nostra in merito alla campagna di Civati contro la tassazione degli assorbenti al 22%. La ministra ha giustamente dichiarato di appofappoggiare l'iniziativa,  Salvo poi sbrodolare con un : "mica si può tornare all'800 con le pezze di cotone".
I beg  your pardon?
CERTO, CERTISSIMO CHE SI PUÒ! E aggiungerei: si deve.
Come sapete per Pannolina uso pannolini lavabili. Ma durante il periodo del puerperio mi sono convinta e sono passata anche per me al lato lavabile del ciclo.
Diciamo che un'episiotomia fatta in modo agghiacciante e particolarmente dolorosa da rimarginare mi ha convinta a utilizzare 2 assorbenti lavabili che avevo comprato,  più per curiosità che per convinzione,  ad una fiera. La svolta!morbidi,  lisci, molto più assorbenti di un normale usa e getta. Che belloooo! Finalmente il posto più morbido dove mettere la patata.
Tanto è bastato e mi sono convinta a comprarne un bel po'  (si trovano anche su Amazon, come quelli che metto nella foto sotto per farvi vedere quanto sono bellini).
Sono comodi e pratici: me li hanno spediti con una piccola wetbag (ossia una micropochette impermeabile e con cerniere,  così resta  tutto chiuso lì e a sera si lava).
Come detto,  assorbono moltissimo di più  (i miei sono in bambù, neri).
Ho provato anche a farli da me, seguendo un tutorial su Youtube:se volete provare a farli se ne trovano diversi. Diciamo che i miei autoprodotti sono bruttini e li uso più a fine ciclo, non confidando nella loro assorbenza.
Vantaggi?  Tantissimi: intanto non dovrete più ricordarvi di comprarlo al super (e depennerete una bella voce di spesa). Poi sono così colorati e simpatici che vi renderanno più allegro un periodo che -per sua natura- allegro non è. Non inquinerete più  (se il pianeta terra vi sta a cuore)...e per me, che dopo la suddetta episiotomia qualche problemino ce l'ho ancora, è la soluzione davvero più confortevole. E voi? Proverete mai assorbenti lavabili o coppetta mestruale?

domenica 17 settembre 2017

come ti infighetto il passeggino

C’era una volta una donna incinta di 6 mesi, che andò a casa di una parente e si portò a casa il trio passeggino/ carrozzina / ovetto, culla, mangiapannolini, seggiolone pappa, seggiolini auto (2)…
La donna incinta, confusa e felice, chiese alla parente se volesse soldi, ma ella rifiutò: l’importante era svuotare la cantina, non ci sarebbero stati altri cuginetti e la bimba in arrivo aveva bisogno di tutte quelle cose.
Passarono i mesi, e un giorno, passeggiando con marito e neonata, incontrò la cugina e il di lei marito.
E dopo pochi giorni, la cugina chiese indietro tutto.
OGNI. Singola. Cosa.
Questo perché – al di là delle scuse accampate – il di lei marito aveva deciso di vendere tutto quanto su ebay.
E – siccome avrete capito che è una storia autobiografica – aggiungerei anche grazie al ca**o.
Francamente non mi stupisce più la maleducazione della gente.
Penso che si sia perso completamente il ritegno.
Assisto quotidianamente a situazioni al limite del paradossale quanto a rispetto e delicatezza, e passo oltre sennò me ne faccio una malattia.
Basti sapere che ho impacchettato il tutto, portato a quella sciagurata e adesso la simpatica carognazza è già tanto che la saluti.
Però.
Però, parliamoci chiaro: avere una figlia di nemmeno 3 mesi e nemmeno il trio per portarla a spasso, è un bel disagio.
Per fortuna però, tra regali di nascita dei colleghi e del battesimo, avevo ricevuto molti buoni acquisto di una nota catena per l’infanzia.
Abbiamo dovuto a quel punto pensare bene agli acquisti da fare, per evitare che i buoni terminassero subito.
Il trio set è stato sostituito da un passeggino robusto e molto reclinabile e salvo pochi  altri acquisti abbiamo potuti usare soprattutto per acquisti sanitari e di cibo bio per svezzamento.
Ultimamente si è reso necessario l’acquisto di un secondo, economicissimo passeggino: sono tornata al lavoro full time, ed ora mio papà va a prendere Pannolina al nido. Se avessi tenuto il solo passeggino ‘bello’ avrei dovuto rimanere senza io oppure portarlo ogni giorno dai miei, poi lasciare Pannolina al nido, poi andare a prendere il treno. OGNI GIORNO.
E quindi avrei aggiunto una nuova tappa al mio (già incasinato) giro mattutino.
Quindi, armata di un buono superstite da circa 30 euro, ho acquistato questo: verde, che è il colore preferito di Pannolina.

Certo è superleggero, e il suo dovere lo fa. Ma diciamolo: è proprio mesto, poveretto! Ad esempio manca il telo antipioggia (che ho preso a parte su Amazon per pochi spiccioli), non è reclinabile e non ha neppure una tasca o un cestino per gli oggetti.
E dovevo obbligare mio papà a girare con la sporta di plastica con acqua, fazzoletti e pannolino di emergenza, ogni volta che la porta ai giardinetti pubblici?
È qui che viene in aiuto il riciclo creativo!
Ho recuperato un cestino di stoffa, che tempo fa era arrivato a casa mia al seguito di alcuni cioccolatini ricevuti in regalo. Ho cucito ai lati due pezzetti di fettuccia a fiori , con punti molto solidi.
Ho aggiunto sul davanti un bottone, e ho cucito un piccolo elastico per capelli dal lato opposto, così da fare da asola e rendere possibile la chiusura. Per rendere personale il cestino, ho cucito una piccola toppa col nome della bimba. Poi basta annodarlo bene alle sbarrette del passeggino.

E voilà, il cestino ‘portaacqua e pannolino’ è pronto!
Anche un beauty case non utilizzato può essere utilizzato per questo progetto…o perché no, tagliare una gamba del jeans e cucire una delle estremità per ottenere un cestino può essere un’idea!
E così anche il passeggino ‘super grezzo’ trova la sua dignità.
Spero che questo progetto possa esservi utile!

venerdì 4 agosto 2017

La gomma crepla è la mia nuova migliore amica ( come ti organizzo la baby festa a 15 euro)

In questo mondo c'è penuria: di soldi, di tempo e di amici veri.
Per questo quando incontri un amico che ti fa risparmiare tempo e soldi, bisogna tenerlo stretto. La mia amica del cuore è la gomma crepla, un materiale atossico venduto in fogli,  che può essere tagliato, cucito, dipinto e modellato...e con cui ho fatto le decorazioni per il compleanno di Pannolina. Eh già,  la Pannola ha compiuto un anno proprio ieri! 😊
Come tutti i bimbi dell'estate che nascono nel balengo periodo delle vacanze rischiava di avere un compleanno triste e deserto. Oltretutto saremmo state a casa solo io e lei per festeggiare la giornata: Mr T lavora ancora e una gita a qualche parco giochi era difficilmente fattibile io e lei sole (aggiungete che Chupacabra, la mia auto, non ha il climatizzatore e che ieri era la giornata più calda del 2017...)
Ma saltare la festa era assolutamente fuori discussione!  E allora...
- metti un foglio di gomma crepla a glitter rosa comprato dal negozio fai da te (1,49 €), forbici e cucitrice , smalto per unghie blu e buona volontà.  Ho creato per Pannolina una coroncina da principessa, ritagliando la sagoma e chiudendo con un paio di punti metallici; con lo smalto per unghie ho dipinto la sua iniziale e delle stelline. Poi ho ritagliato un grosso numero "1", che ho appeso alla porta di casa col biadesivo, ho creato con le letterine la scritta "tanti auguri Pannolina" assicurandola con la cucitrice a un filo di lana (che ho poi steso alla finestra in giardino); ho tagliato un grosso cuore su cui ho dipinto con lo smalto la scritta "buon compleanno principessa" appendendolo alla porta col biadesivo...e voilà,  decorazioni fatte!

- ho comprato bibite e gelati, con topper di fragola e caramello, all'Eurospin: 13,19 euro per una gelatata, più gradita di una torta al pan di Spagna visto il gran caldone!
- ho preso infine un nastro avanzato da un pacchetto, e il rotolo di tulle avanzato dalle bomboniere. Dopo aver fissato la misura del girovita di Pannolina con due nodini, lego dei pezzi di tulle lunghi circa 30 cm con un nodo sul nastro. voilà un tutù da vera regina della festa, costo zero.

- per finire, ho invitato tutti gli amici più affezionati a Pannolina,  per cantare "tanti auguri a te" e spegnere la tea light appoggiata sulla confezione da due chili di gelato  ( cosa che ha fatto parecchia sensazione..."Ma non si scioglierà il gelato?"...ragazzi, ci sono 33 gradi,  si scioglierà in ogni caso!)...e una bella corsa di tricicli nel giardino di casa, con tutti i pargoli presenti😊
A costo zero,  o meglio : 14,68 euro, una festa di compleanno che ha reso felice la nostra piccola (e noi, quando la vediamo felice...diventiamo FELICISSIMI! )

domenica 30 luglio 2017

Cos' è quella cosa che quando è inutile è utile comunque?

L'indovinello del titolo è dedicato a una nuova e grandissima passione: LA MENTA!
No, non parlo di diventare maniaci del mojito  (che però era il mio cocktail preferito quand'ero ancora una sgarzolina in fiore). 
Parlo proprio dei suoi mille meravigliosi usi! 
Ci siamo trovati INVASI dalla menta. Una colonia di bruchi, due anni orsono, aveva ben pensato di invadere il nostro minuscolo amatissimo orticello. Come salvare le nostre piante di frutti di bosco da questo insettacci?
"Sai, ho letto che la menta allontana i parassiti...ho portato a casa questa piantina da casa dei miei: vediamo se funziona", mi disse Mr T, mentre schifata toglievo questi malefici invasori a mani nude.
Ebbene...ha funzionato così bene che di bruchi mai più l'ombra! In compenso la menta ha letteralmente invaso ogni vaso del giardinetto. Già,  perché è una pianta infestante che ogni tanto va ricondotta a più miti consigli a suon di potature violente. Ma buttarla via è contro la mia religione, povera menta creatura diddio. 
Ecco allora cosa non ci si inventa...
In cucina:  per eccellenza è l' aroma per il tea, poi fatto freddare. Berlo freddo nei momenti di afa ti rigenera!
Oppure è un ottimo aroma per la marmellata di lamponi; o ancora, la schiaccio in acqua fredda e succo di limone, super dissetante! Se Pannolina dorme...si può tornare a un bel vintage mojito!
Se fatta essiccate poi,  diventa il riempimento ideale per pout pourri, che tengo anche nel centrotavola in salotto o in un vasetto nel bagno...specie nei giorni caldi dà molta freschezza all'aria! Ma si possono anche riempire dei sacchetti di tulle e farne prprofumatori er armadi.  E anche cospargere il fondo della lettiera del gatto per una pipì aromatica! 
Sgranare la menta essiccata dà un piacere ai 5 sensi, è croccosa...e lascia un profumo indicibile per ore!

La menta insomma si ricicla in mille modi...anche come parolaccia: " sono nella menta", "che figura di menta", " quel tipo è una vera menta". Che sono tutte espressioni molto utili per disintossicarsi dalle parolacce con una minorenne in casa!!!

venerdì 14 luglio 2017

Un bruciaessenze tutto mio


Capita che talvolta si compri qualcosa…salvo poi scoprire che non si può utilizzare perché manca qualche strumento a casa!
Questo è stato il mio caso con le tartes di Yankee Candles: ti aspetti lo stoppino per bruciarle come candele, e invece no…e ora? Le butto?
In fondo un bruciaessenze può essere una buona idea: evitiamo di avere mille candele per casa a impolverarsi, e usiamo uno sparaprofumo sempre efficiente (e chi ha in casa una lettiera sa quanto ce n’è bisogno).
Certo che su Amazon se ne trovano di belli…ma che prezzi hanno? Un bruciaessenze in legno e ceramica vuole minimo 20 euro! Sennò ci sono quelli bruttini… ma sempre a 7 euri.
Nei negozi ‘tutto1euro’ se ne trovano, ma che orrori.
Ceramiche marroni come non se ne vedevano dagli anni ‘70.

E mi devo mettere in casa un cesso del genere, magari in salotto?
Sì.
Perché posso renderlo speciale.
Ecco che l’orrendo ceramicone marrone viene ridipinto con chalk paint bianco gesso.
Lego un nastro di rafia attorno, insieme a un cuoricino di cannucce di carta color nature (che sono avanzate dalle bomboniere di battesimo di Pannolina).
Lo decoro con un piccolo fermacampione decorato, trovato nel bellissimo negozio di fai da te ZODIO.
Ed eccolo, un bruciaessenze come nessun’altra ce l’ha. In stile shabby, che poi è la deriva di stile che pian piano sta assumendo tutta la mia catapecchia.
Che ne dite?